2×6 – Il suo dolce arrivo e il mio ritorno sulla terra: Anna | Nasciamo Tutti Così Podcast

Podcast: Nasciamo tutti così
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2x6 - Il suo dolce arrivo e il mio ritorno sulla terra: Anna | Nasciamo Tutti Così Podcast
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Intervista ad Anna ep 2×6 su YouTube

Trascrizione episodio podcast 2×6 – Nasciamo tutti così

Ciao Dalila, ciao Carlotta

ho deciso di rendere pubblico il racconto della nascita del mio Edoardo perchè credo profondamente nel potere di una bella storia di parto su chi ancora non sa cosa aspettarsi da questo momento così intenso ed emozionante.

Parto dal principio, da quel test positivo che ha solo confermato ciò che già sapevo, dal pianto a dirotto sul finale di “a star is born” in aereo al ritorno dal viaggio di nozze, cosa per me molto inusuale, non mi commuovo mai coi film, e quel genere non è proprio tra i miei preferiti.

Edoardo era lì, quello era il suo modo di comunicarci il suo arrivo nella nostra famiglia.

Mi sarà sempre caro l’hotel a San Francisco dove certamente è arrivata tra noi la nostra polpetta. 

I mesi sono trascorsi, un lockdown che ci ha visti isolati da tutti, gli aggiornamenti via whatsapp della pancia che cresceva, un velo di malinconia seppur nella gioia del periodo per i nonni che abbiamo visto pochissimo.

Ricordo le passeggiate in solitaria, quando permesse, ascoltando il corso pre parto di Dalila nelle cuffiette. Da maggio ritorniamo al lavoro e arriviamo a fine giugno, manca meno di un mese alla data presunta e ormai faticando a camminare decido di stare finalmente a casa a prepararmi e riposare.

Ho perso il conto di quanti ghiaccioli abbia mangiato nel bel mezzo della notte, in terrazza, alla ricerca di un po’ di sollievo dal caldo.

Mi trasferisco infine a casa di mia madre che abita in campagna, approffitando della tranquillità e delle attenzioni lei, la nonna e le mie sorelle mi riservano.

La notte tra il 9 ed il 10 luglio esco in giardino da sola a mezzanotte e guardando le stelle mi dico che sarebbe proprio un bel giorno per dare alla luce il mio bambino. Mi sveglio ogni ora con un po’ di fastidio alla pancia finché alle 6 mi giro e guardo mia mamma, che mi dormiva accanto., lei mi sorride.

Faccio una doccia con calma e chiamo il papà che arriva verso le 9 e mezza quando già le contrazioni, leggere, si presentavano regolari  ogni mezz’ora. Pranziamo con carote lesse, che in realtà odio ma mia mamma ripete che è meglio stare leggera.

Se ripenso a quel pomeriggio, con il sole caldo, la mia famiglia riunita, i balli con mio marito durante le contrazioni, le cagnoline di mia mamma che sembravano partecipare all’evento, i baci prima di partire verso l’ospedale, con la mia gonna rossa, l’unica che ormai riuscivo a portare, Credo di non riuscire ad immaginare  attimi più dolci e rassicuranti.

Sono arrivata in ospedale con contrazioni regolari ogni cinque minuti, mi sentivo vicina al traguardo, ma quando mi è stato detto che sarei stata sola fino al momento del parto ho sentito il mondo crollarmi sotto i piedi e sono scoppiata a piangere. Per fortuna è durato poco, il tempo di indossare la camicia da notte utilizzata già dalle donne della mia famiglia, e le contrazioni si sono fatte più ravvicinate e di intensità molto più forte. Essendo orario di visita ho chiamato mio marito e l’ostetrica mi ha accompagnato in sala parto, offrendomi con estrema dolcezza il suo braccio come sostegno per gestire contrazioni ormai davvero molto forti.

Quando mio marito entra in sala parto, indossando enormi calzari, scoppio a ridere.

Finalmente è qui, anche se mi ricorda un hobbit.

Sono le 20.30 precise quando entro nella vasca calda e tiro un sospiro mentre guardiamo fuori dalle finestre ed insieme esclamiamo “guarda ci becchiamo anche la golden hour”. In quel momento avere mio marito con me ha fatto sicuramente la differenza. 

Le tre ore successive sono fatte di respiri profondissimi, di minuti che pensavo fossero ore nei quali mi sentivo rilassata al punto che mi sembrava di avere dormito tantissimo. Io che continuavo a guardare l’ora finché non mi lascio completamente andare e perdo la cognizione del tempo. Di sottofondo ludovico Einaudi al pianoforte che riecheggia ancora nella mia mente a distanza di mesi. L’ostetrica è stata con noi pochissimo, lasciandoci soli, nel caldo, tra le braccia l’uno dell’altra. 

Sento di essere veramente esausta, credo di aver detto”non ce la faccio più”.

Dopo le prime spinte che sento all’improvviso mi fermo spaventata ma nessuno mi mette fretta. Dopo un paio di contrazioni in cui sento di fare resistenza lascio andare tutto ed una forza pazzesca si sprigiona dall’interno mentre il mio corpo si schiude.

Esce la testolina e mi fermo, dalla posizione accovacciata mi risiedo perché voglio vedere il mio bambino affacciarsi al mondo.

La testina è fuori ma ancora nel sacco, con la manina si fa strada, e proprio a metà tra il mio grembo ed il mondo rompe il sacco.

Con un’altra lenta e profonda spinta lo vedo uscire e lui è qui ed io ho la sensazione di essere appena tornata da un viaggio sulla luna.

Lui arriva sulla terra.

Io vi faccio ritorno.

Ho in braccio il mio bambino, lo annuso, lo bacio, lo chiamo mio piccolo gollum, ranocchietta, e lui mi risponde, noi due tra le braccia del papà.

Restiamo così, arruffati, umidi, innamorati

Le note del pianoforte in lontananza. Esco con lui in braccio ancora attaccati tramite il cordone e appena mi appoggio al lettino lo vedo letteralmente arrampicarsi, verso di me, alla ricerca del seno a cui è rimasto attaccato per le tre ore successive.

Mi sembra di aver spinto il tasto pausa per 24 h , aver chiuso gli occhi in quella notte di luna e stelle sul divano con la mia mamma, ed averli riaperti lì, ora la mamma sono io.

Ho dormito con la mano sul petto del mio piccolo a lungo, come tentando di realizzare che finalmente davvero fosse al mio fianco. 

A chi mi chiede come è andata rispondo che è stato bellissimo, che è la cosa più stancante, più dolce e più spettacolare possa succedere nella vita, nella mia sicuramente.

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Ciao sono Dalila, di mestiere aiuto le madri a dare alla luce i loro bambini con me c’è Carlotta, che aiuta le parole a mettersi in fila e creare immagini.

Siamo qui, insieme, per tentare di raccontarvi che cosa accade quando un bambino sceglie che è il momento di vedere il mondo, o quando è la natura a scegliere per lui.

Grazie ai vostri racconti, vi porteremo lì dove accade la magia, dove da un corpo se ne creano due.

Siamo Dalila e Carlotta e questo è “Nasciamo tutti così”, primo podcast italiano di storie di parto. 

Grazie per aver seguito questo episodio, ringrazio ancora una volta Anna  per il suo prezioso racconto, grazie a Carlotta che  cura con passione  la stesura degli episodi. 

E grazie di cuore a tutti voi che ci avete seguito in questa seconda stagione di nasciamo tutti così!

Se il podcast vi piace potete lasciarci una recensione tramite apple podcast, per contattarci o conoscerci meglio ci trovate su instagram come dalilaostetrica e ourlifewithblueblinds.

Alla prossima settimana con una nuova nascita!

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